Un'altra settimana è andata e piano piano sto raggiungendo un equilibrio mentale in comunità, a lavorare e nel tempo libero...
All' Akan'ny Marary finalmente ho visto il lavoro in piena attività, senza i controlli eccezionali della scorsa settimana; e devo dire che ho varie emozioni e pensieri contrastanti!
Diciamo che il lavoro non è proprio inteso come in europa, soprattutto come tempi: si inizia alle 8, ma diverse mattine io e Annarì ci siamo trovate ad aspettare, davanti alla porta fino alle 8.10, che arrivasse qualcuno con le chiavi. Poi la “presa in carico” dei malati non è così chiara: spesso quando arrivano aspettano finchè qualcuno non li prende, e se un fisioterapista non ha un paziente non è così automatico che ne prenda un altro!
Dal lato tecnico-professionale non trovo nulla da dire, anzi, Madame Juliette, la nostra responsabile, pur non essendo diplomata in fisioterapia, ha moltissima esperienza, e sa come trattare tantissime patologie!
I primi giorni mi sentivo davvero inutile: vedevo un sacco di casi differenti, e sulla maggior parte non ho abbastanza esperienza per impostare un trattamento; per cui mi chiedevo se davvero la mia presenza lì avesse un senso. Invece ora mi ritengo abbastanza soddisfatta perchè giorno dopo giorno ho iniziato a prendere coraggio, madame juliette ha iniziato e darmi fiducia e io a ricambiarla positivamente.
Devo dire che arrivano i casi più disparati e i contrasti tra malgasci sono davvero impressionanti: dalla nonna con nuora con piedi scalzi e vestiti sporchi a cui si fa fatica starle vicino; fino ad arrivare alla ragazzina con mamma vestita alla moda di tutto punto che si porta il “lamba”(pezzo di stoffa tipico malgascio con disegni e scritte stampate) da mettere sopra il lettino (lo farei anch'io visto l'igiene del posto, vi dico solo che l'Annarita ha preso le pulci; ed è molto probabile che le abbia prese lì!)!
La cosa ammirevole è che il paziente non arriva mai da solo, anche se adulto e vaccinato, è sempre accompagnato da un parente, e se abitano lontano rimangono insieme a dormire al foyer; poi, cosa per me immaginabile da buon europea, al sabato mattina ci sono le pulizie del centro di fisioterapia e indovinate chi le fa? I parenti dei malati! Fantastici! E se il malato non riesce a camminare e non ha la carrozzina che si fa? Semplice, il parente lo carica sulle spalle, anche se è una nonna di 50 kg!
In comunità in questi giorni siamo stati tre in meno perchè Giò ha accompagnato Chiara kely(piccola) a Manakara mercoledì scorso, è tornato venerdì sera, ripartito sabato mattina (e tornato stamattina) alla volta di un villaggio “Zafimaniry”, un'etnia di bravissimi artigiani del legno che vive ai margini della foresta nella nostra regione; a cui Giò celebra messa ogni tanto e segue alcune scuole materne da lui finanziate e costruite!
A proposito, oggi è stato il primo giorno di lavoro di Chiara Kely al suo progetto!In bocca al lupo chiarina, già ci manchi!
E infine Carmen ha accompagnato un'oculista e una sua amica nel loro tour di visite oculistiche (e qualche giorno di vacanza) per la regione, ma giovedì torna, ci sono arrivate notizie che non si trovano bene dalle suore che le ospitano, e temiamo per la nostra salute mentale quando tornerà tra noi...!
Ah vorrei condividere con voi quest'altra strana situazione: qui per strada, al mio o nostro passaggio, la gente si volta, ti squadra e ti guarda con sorpresa e poi dai bambini,( ma anche dagli adulti) si leva un coro di “vazaha, vazaha ,vazaha”(straniero) o “bonjour vazaha” e, le prime volte sorridi, rispondi “salama” e pensi: bè dai non vedranno tanti bianchi, poi dopo la ventesima volta che ti capita in meno di 20 giorni, allora inizia un po' a darti fastidio e vorresti rispondergli “gasy, gasy, gasy” (malgascio)!Ancor peggio è stato l'altro pomeriggio che sono andata in centro in bici: non mi sono sentita osservata, di più!
Quindi quando per strada, nella vostra città, quartiere o rampa delle scale, incontrate una persona con il colore della pelle o il vestito diverso dal vostro; non guardatela come “un ufo appena sbarcato”, ma sorridetele e ditele “buongiorno”, vi assicuro che un sorriso amico in terra straniera può far la differenza. Veloma a tutti
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