martedì 27 dicembre 2011

TSOFY RANO (BENEDIZIONE)

Un ultimo flsh back ci riporterà a sabato scorso, poco prima che il “ladro di Ambositra” entrasse nella mia vita!
La sera prima, super fiorentinata perchè ultima sera delle “famigghie” in quel di Ambositra; e avevamo anche invitato Nicola e Nirina con Manu.
Lì Nicola saluta tutti a fine serata perchè la settimana successiva sarebbero partiti per tanà, e poi per l'Italia per i prossimi tre mesi; a noi invece ci dice: “no, noi ci vediamo domani a casa dei genitori della Nirina per pranzo!” Già invito strano perchè non è proprio che ci conosciamo benissimo, in più dai genitori di lei non ci eravamo mai andati, solo avevamo accennato che un giorno saremmo dovuti passare perchè sono artigiani della rafia.
E così l'indomani, dopo un'interessantissima lezione di Marcel, Nico ci viene a prendere con il Fiorino di Rtm con la Nirina e il ciccio (il loro bimbo), una sorella e un'altra parente e una valangata di leccì che avrei mangiato tutti nel viaggio se avessi potuto!
Così, dopo una strada bruttissima piena di buche, (in cui a un certo punto siamo dovuti scendere perchè eravamo troppo pesanti) arriviamo in campagna fuori Ambositra; in questa casa tipica dell'Altopiano, dove ad attenderci sulla terrazza c'era uno stuolo di gente!
Saliamo e la casa si presenta molto molto semplice, con l'arredamento ridotto al minimo(letti e sedie); fatta eccezione per un mega abete nella stanza dei genitori con tanto di addobbi kitch e luminarie! Ma il bello è in terrazza: dove una quindicina di persone circa tra donne, uomini, ragazzini e bambini sta cucendo, seduta su sedie o puff, delle scatoline in rafia! Ovvviamente siamo subito rapite dalla loro maestria, e vuoi che Annarì non voglia imparare e non si metta lì a cucire anche lei?Certo che no!
Poi il pranzo è pronto, mi fanno lavare le mani fuori dalla terrazza con una signora che mi versa dell'acqua da una brocca; e mi indicano di entrare nel camerone da letto con l'albero, dove nel mentre hanno steso due mega stuoie che coprono tutto il pavimento.
Così ci togliamo le scarpe, ci sediamo per terra e attendiamo il nostro piatto di vary sy loka, e questa loka si vede che è delle festa; perchè è del pollo con del sughino moolto buono! Ovviamente non riesco a finire il mio mega piatto unico che mi avevano fatto, e a malincuore lo lascio nel piatto per lanciarmi sui leccì; decisamente la mia frutta malgascia preferita!
Ah in questo stanzone non c'eravamo tutti: i due genitori anziani, gli uomini, io, l'Anna Rita , Nicola, Nirina e il Ciccio(il loro bimbo); mentre le donne con i bambini erano nella cucina, questa stanza in un edificio staccato dalla casa ma comunicante con la terrazza, una specie di torre annerita dal fumo del fuoco.
A fine pranzo vengono chiamate le donne e i bimbi e viene portata una brocca d'acqua e un rametto di limone; allora io penso: ma cosa faranno con così poca acqua per tutti? E quel rametto, serve per insaporire l'acqua?
Poi un signore inizia a parlare, io e Annarì continuiamo a parlare in italiano perchè non stavamo capendo cosa stava succedendo; solo quando la madre di Nirina alla fine lo ringrazia, capisco che era un discorso. Alchè mi ammutolisco, vedo che inizia a parlare il padre di Nirina e alla fine si commuove; e in un secondo tutti si commuovono: Nirina, Nicola, le sorelle di Nirina e perfino l'Annarì!
Poi la famiglia in partenza, si mette al centro della stanza con le spalle rivolte al papà di lei, il quale si alza, prende il rametto, dice due parole e li benedice! Poi è il momento della mamma e poi di tutti, nessuno si trattiene dall'augurare un buon viaggio, una buona permanenza e un buon ritorno!
E giusto perchè non fa male, veniamo benedette anche io e Annarì un paio di volte!
Bè era già strano essere a pranzo di una famiglia che non conosci, ancor più strano se partecipi a un momento così intimo e importante per loro; infatti non ci apettevamo che quello fosse il loro pranzo di saluto! E' stato veramente un momento toccante, che mi ha fatto toccare con mano l'unità delle famiglie malgascie, soprattutto nei momenti di separazione, anche se solo per tre mesi; in particolare se è la prima volta che stai così lontano da casa, come nel caso di Nirina.
Poi al momento della separazione, è stata ancora più dura: ho capito che i malgasci hanno il potere di mettersi a piangere quando meno te l'aspetti!
E così ancora una volta, ho condiviso con persone quasi sconosciute momenti importanti della loro vita, e mi sono sentita privilegiata; convinta che questa condivisione mi rimarrà nel cuore e ci farà sentire più uniti se mai li rincontrerò.
Mandra Phiaona
Veloma
Anna

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